Disciplina

“Non farlo!” Perché non dovresti praticare le Discipline della Chiesa

Da Mark Dever

Mark Dever è pastore anziano della Capitol Hill Baptist Church di Washington, D. C., e presidente di 9Marks. Potete trovarlo su Twitter all'indirizzo @MarkDever.
Article
02.25.2010

“Non farlo”. È la prima cosa che dico ai pastori quando scoprono la disciplina di chiesa nella Bibbia. “Almeno, non adesso”. Come mai?

Riflettiamo su quanto accade nel processo di scoperta. Quando i pastori l’ascoltano per la prima volta, spesso la ritengono un’idea ridicola. Non appare caritatevole, mina l’evangelizzazione, è astrusa, totalitaria, legalistica e saccente in chiave di giudizio. Di sicuro appare inapplicabile. Si chiedono persino se sia illegale.

Aprono le loro Bibbie.

Poi, lontano da sguardi indiscreti, rileggono le Scritture. Trovano brani come 2 Tessalonicesi 3:6, o Galati 6:1, oppure quello classico sulla disciplina – 1 Corinzi 5. Considerano il retroterra dell Antico Testamento della scomunica e torna loro in mente che Dio ha sempre come finalità la propria santità riflessa nel suo popolo (Deut. 17:7; Lev. 19:2; Isa. 52:11; 1 Pt 1:16).

Giungono poi all’insegnamento del Signore stesso e scoprono che, nello stesso capitolo in cui condanna il giudizio saccente (si veda Mt 7:1), mette anche i discepoli in guardia contro i falsi profeti e quanti asseriscono di seguirlo, ma non ubbidiscono alla Sua parola (Mt 7:15-20; 21-23).

Alla fine arrivano a Matteo 18, dove Gesù istruisce i suoi discepoli ad escludere in certe situazioni il peccatore impenitente (Mt 18:7). Forse le chiese dovrebbero esercitare la disciplina?

Ciò che manda fuori di testa questi pastori, solitamente cortesi, ordinari, equilibrati e fin lì popolari, è la scoperta che alcune chiese, in effetti, esercitano la disciplina. Non si tratta di congregazioni sbandate, ma di realtà stabili, in crescita, numerose e orientate alla grazia.

A questa constatazione, i pastori vanno in crisi. Si rendono conto della necessità dell’ubbidienza e sono sollecitati dall’immagine biblica di una chiesa unita, amorevole e santa, a riflesso del Dio unico, amorevole e santo. Capiscono che non aver esercitato la disciplina ha danneggiato le rispettive chiese e la testimonianza nel mondo. Scatta così una risoluzione improvvisa: “Guiderò biblicamente questa congregazione circa la disciplina, anche se fosse l’ultimo contributo di ministero!”. E, ben di frequente, lo sarà.

Come un fulmine a ciel sereno

La vita di una chiesa biblica, serena e ben intenzionata, è sconvolta dal fulmine della disciplina ecclesiastica! Può accadere con un sermone, una conversazione fra pastore e diacono, una mozione messa su in fretta e furia per la riunione dei membri di chiesa.

Di norma il fulmine colpisce, accompagnato da molta concitazione e un fiume di citazioni scritturali.

Poi, si passa all’azione.

Segue a quel punto la reazione: incomprensione, sentimenti feriti, scambio di accuse, tentativi di giustificarsi, puntare il dito. L’acredine trionfa! La sinfonia della chiesa locale lascia il passo alla cacofonia delle accuse e bisticci. La gente esclama: “Dove finiremo?”; “Ti credi perfetto?”.

La disciplina di chiesa: non farlo! Almeno, non adesso

Che dovrebbe fare il pastore? Il mio suggerimento è: “In primo luogo, non arrivate all’estremo. Una volta scoperto che la correzione è biblica, aspettate un po’ di tempo a esercitarla” (poiché la disciplina ecclesiastica è correttiva quanto formativa; quest’ultima fa riferimento al ministero d’istruzione o formazione dei credenti).

Magari ora pensate: “Ci stai forse dicendo di disubbidire alla Bibbia?”.

Per niente! Anzi sto cercando di aiutarvi a compiere ciò che Gesù ha comunicato ai suoi discepoli (si veda Lu 14:25-33): prima di cominciare, calcola il costo. Assicuratevi che la vostra chiesa comprenda a sufficienza e accetti questo insegnamento biblico. Lo scopo non è la conformità nell’immediato, seguita dalla rivolta, bensì una congregazione riformata dalla Parola di Dio.

Auspicate che si muovano nella direzione corretta, e ciò esige una cura pastorale paziente.

Come guidare la chiesa verso la disciplina

Anzitutto, incoraggiate l’umiltà.

Aiutate le persone a comprendere che possono essere in errore circa la propria condizione spirituale. Considerate l’esempio di quell’uomo in 1 Corinzi 5, come l’esortazione dell’apostolo a tutta quella chiesa (2 Cor 13:5). Paolo ci esorta a esaminare noi stessi, per vedere se siamo nella fede. I vostri membri di chiesa si rendono conto che devono aiutarsi a tal fine?

In secondo luogo, assicuratevi che la vostra comunità possieda una comprensione biblica del significato di membro di chiesa. Le persone non comprendono la disciplina perché non sanno cosa significhi essere membri. Significa una relazione comunitaria. Non è attuata, sostenuta o conclusa per il solo atto di un singolo; il singolo non può entrare in una chiesa unilateralmente, senza il consenso della congregazione. Analogamente, non può continuare a esserne membro, o andarsene, senza l’approvazione esplicita o implicita della chiesa stessa (salvo in caso di decesso). Tutto questo per dire che è compito della chiesa stabilirne i membri. E questi non possono semplicemente andarsene quando vivono nel peccato, senza ravvedimento.

Questa comprensione della comunità di fede deve però essere dapprima presentata in modo positivo. Cogliete l’insegnamento biblico sul fatto di essere membri di chiesa, assicuratevi di acquisire familiarità con diversi brani e punti cruciali da rammentare alla congregazione nel caso pongano interrogativi. Cercate opportunità nei vostri sermoni per tracciare la distinzione fra la chiesa e il mondo, e in che modo tale distinzione è importante per la natura e missione della chiesa. Aiutate la vostra chiesa ad assemblare il piano di Dio per il suo popolo tale da rendere le linee guida della disciplina un’assenza vistosa nella vita della comunità.

Ricordate che i membri di chiesa devono comprendere cosa significhi essere membri e cosa sia la disciplina, perché essi stessi devono praticarli.

Terzo, pregate che il Signore vi aiuti a modellare il ministero ad altri credenti nella vostra chiesa attraverso l’insegnamento pubblico e la cura pastorale privata con le famiglie e i singoli.

Adoperatevi per formare “una cultura di discepolato” e valutazione reciproca nella vostra chiesa, con le quali i credenti comprendano che un aspetto di fondo della sequela cristiana sta nell’aiutare altri a seguire Gesù (sia con l’evangelizzazione sia col discepolato).

Aiutateli a individuare le responsabilità speciali che hanno verso gli altri membri di chiesa. Insegnate loro che la vita cristiana è personale, ma non privata.

In quarto luogo, preparate la Costituzione e il Patto di Chiesa. Cominciate dagli studi per quanti aspirano a diventare membri di chiesa, dove insegnare in modo esplicito questioni di discepolato e disciplinari.

Da ultimo, non stancatevi mai d’insegnare cosa sia un credente.

Definite regolarmente il Vangelo e la conversione; insegnate con chiarezza che una chiesa è composta di peccatori ravvedutisi, fiduciosi nel solo Cristo e che manifestano una professione credibile di tale fiducia. Pregate che siano incentrati sul Vangelo; prefissatevi, con l’aiuto di Dio, di guidare la chiesa al cambiamento, con calma, ma risolutamente.

Pregate di diventare una chiesa dove appaia strano il fatto di non essere mai interrogati sul proprio cammino spirituale.

Sarete pronti all’esercizio della disciplina quando …

La vostra chiesa è pronta a ricevere la disciplina quando:

  • i conduttori la comprendono, la condividono e ne percepiscono l’importanza (una conduzione matura, condivisa fra diversi anziani, è la più coerente con la Scrittura e di grande ausilio per gestire dibattiti potenzialmente distruttivi);
  • la chiesa è unita nella comprensione che la disciplina è biblica;
  • la chiesa è composta in larga misura da persone che ascoltano regolarmente la predicazione;
  • si manifesta un caso specifico in cui i membri di chiesa all’unisono reputano la scomunica come atto dovuto (l’adulterio, più che la mancata partecipazione alle riunioni).

Caro amico pastore, malgrado nel passato tu abbia ritenuto ridicola l’idea della disciplina ecclesiastica, la mia preghiera è che il Signore ti aiuti a condurre la comunità a vederla come un atto di ubbidienza e misericordia, nella grazia, rispettoso, specifico, attraente, provocatorio e amorevole, capace di edificare una chiesa che glorifichi Dio.

Ricorda, però, che quando sei persuaso del mandato biblico circa la disciplina, il primo passo in una chiesa è probabilmente quello di non esercitarla, affinché, un giorno, potrai farlo.

(Traduzione a cura di Gabriele Magliocchi)

Tradotto da Coram Deo in Italia. Visita il loro sito per accedere alle risorse disponibili.

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