Teologia biblica

La teologia biblica come protezione e guida delle chiese

Da Jonathan Leeman

Jonathan Leeman iè il Direttore Editoriale 9Marks, e un anziano presso la Cheverly Baptist Church in Cheverly, Maryland. Potete trovarlo su Twitter con @JonathanDLeeman.
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08.20.2014

La teologia biblica è un metodo usato per leggere la bibbia. Fa parte dell’ermeneutica. Parte dal presupposto che i vari autori delle scritture e che tutti i libri della bibbia stanno raccontando una storia scritta da un autore divino – la storia di Cristo.

Sembra molto accademico, vero? Lo è, però…

La disciplina della teologia biblica è essenziale per proteggere e guidare la tua chiesa. Protegge le chiese da storie e percorsi sbagliati. Guida la chiesa verso una migliore predicazione, migliori pratiche e percorsi.

La teologia biblica come protezione della chiesa

Pensate, ad esempio, al liberalismo teologico, che smentisce il tema della salvezza come opera di Dio per spiegare le ingiustizie economiche o la coscienza politica centrata sull’io. Questa trama di redenzione può non essere tutta errata, ma mi ricordano come una delle mie figlie racconterebbe un litigio con sua sorella.  Direbbe la verità, ma ometterebbe anche dei dettagli, porrebbe l’enfasi su alcune cose invece di altre, interpreterebbe dei fatti in modo personale. La trama del liberalismo e del vangelo biblico funziona in questo modo.

Lo stesso possiamo dire del Cattolicesimo romano, dove i preti e i sacramenti giocano un ruolo mediatore che sa tanto di antico patto.

O il vangelo della prosperità, che importa anch’esso elementi dell’antico patto nel nuovo, solo che in questo caso si parla solo di benedizioni.

Altri gruppi non portano il passato redentivo nel presente, ma portano la redenzione futura nel presente. C’erano una volta i perfezionisti anabattisti che pensavano di poter portare il paradiso in terra. I progressisti liberali ci provarono circa un secolo fa. Adesso ci sono quelli che vogliono trasformare la cultura e che offrono nuove trame del vangelo.

La lista è lunga, possiamo anche pensare a culti ‘cristiani’ come i Mormoni o i Testimoni di Geova, o movimenti nelle chiese come il vangelo sociale, la teologia della liberazione, il messianismo americano o altre forme di separatismo fondamentalista. Alcuni sono meglio, altri peggiori.

Il punto è, un vangelo o una chiesa sbilanciati (o falsi) sono costruiti su trame irragionevoli o su storie che sono interpretate dal verso sbagliato. Possono collegare i patti della Bibbia in modo sbagliato; possono avere troppa continuità o troppa discontinuità; possono fallire nel distinguere tra generi e anti-generi; o possono esagerare o meno l’escatologia. Potrebbero promettere il paradiso in terra ora, oppure ridurre l’importanza della vita spirituale ora.

In ogni caso, teologie bibliche sbilanciate o sbagliate producono un vangelo sbagliato o sbilanciato e questo produce chiese sbagliate o sbilanciate.

Allo stesso tempo, una buona teologia biblica protegge il vangelo e la chiesa. “Una teologia biblica resistente tende a salvaguardare i cristiani da riduzionismi vergognosi”, dice D.A. Carson.

Questo significa che è un dovere del pastore (1) conoscere una buona teologia biblica (2) avere un senso delle teologie bibliche sbagliate che hanno un impatto su chi frequenta la sua chiesa. Oggi, alcuni di loro sono stati svezzati da qualche versione del vangelo della prosperità. Puoi spiegare, però, perché quel latte è cattivo?

La teologia biblica come guida per la chiesa

Ma la teologia biblica non è solo una protezione, è anche una guida – una guide per una buona predicazione, per una buona evangelizzazione e per un buon coinvolgimento, per la lode, per buone strutture e per una vita cristiana sana.

Una guida per una buona predicazione

Quando ti siedi per studiare un testo e preparare un sermone, la teologia biblica ti trattiene dall’usare testi al di fuori del loro contesto o dal raccontare una storia di redenzione sbilanciata.

La teologia biblica pone ogni testo nel giusto contesto canonico e ti aiuta a vedere come quel testo è legato alla persona e l’opera di Cristo. Ti allontana dal moralismo per far sì che si possa predicare un sermone cristiano. Mette nella giusta relazione l’indicativo e l’imperativo, la fede e le opere. Insegna l’esposizione evangelistica. Assicura che ogni sermone è parte di un disegno più grande.

In parole povere, pastori, avete bisogno della teologia biblica per fare la cosa più importante del vostro lavoro: predicare e insegnare la parola di Dio.

Una guida per una buona evangelizzazione e per un buon coinvolgimento

Se pensiamo all’evangelizzazione e al coinvolgimento con il mondo fuori dalla chiesa, la teologia biblica bilancia in modo giusto le nostre aspettative: dall’aspettarsi troppo (escatologia esagerata) o chiedere troppo poco (grazia a poco prezzo o un vangelo facile).

Una buona teologia biblica non prometterà il meglio dalla vita nel presente (che sia salute o ricchezza, trasformare la città, conquistare il favore delle élites o riprendersi il paese). Non ci porta, però, via dal cercare di migliorare la cultura, cercare il buono nella società e lavorare per l’amore e la giustizia. Porta primariamente al predicare la parola (con l’evengelizzazione o la missione) ma non separa la parola dai fatti. Questi sono inseparabili per la chiesa e per la missione, così come la storia da Adamo ad Abramo, da Israele a Davide, da Cristo alla chiesa mette in chiaro.

Una guida alla buona lode

La danza dell’arca del patto di Davide è una regola per gli incontri di chiesa? No? Che ne dite dell’incenso usato dai sacerdoti dell’antico testamento, o l’uso di strumenti e cori, o l’offrire sacrifici per le varie feste, o leggere e spiegare testi biblici? Una giusta teologia biblica ci aiuta a rispondere a cosa portare nell’era del nuovo patto e a cosa lasciare nel vecchio.

Molto dipende da, ancora una volta, come colleghiamo i patti, dall’approccio alla continuità e discontinuità, dalla nostra comprensione dell’opera di Cristo. Dipende anche dalla nostra comprensione di come la chiesa di Cristo è stata autorizzata a incontrarsi.

Tutto questo può suonare molto accademico, ma le tue pratiche, caro pastore, dipendono dal tuo uso di una qualche forma di teologia biblica. La domanda è, hai considerato quale stai adottando?

Una guida a buone strutture della chiesa

Allo stesso modo, la trama delle scritture ci chiede ti fare attenzione a questioni di continuità e discontinuità su come organizziamo le nostre chiese. In termini di continuità, il popolo di Dio ha sempre avuto un dentro e fuori, il che significa che dobbiamo promuovere l’appartenenza e la disciplina. In termini di discontinuità, le guide del popolo di Dio cambiano drasticamente dall’antico al nuovo patto.  Per prima cosa ogni membro del popolo di Dio diventa sacerdote. Secondo, gli anziani nutrono il gregge con la parola.

Senza dubbio, la risposta alla domanda chi può diventare un membro di chiesa dipende dalla teologia biblica. È una cosa solo per i credenti, o per i credenti e i loro figli? Questo dipende da quanta continuità e discontinuità è adottata riguardo alla circoncisione e al battesimo.

Una guida per una vita cristiana sana

Infine, dobbiamo considerare il significato della teologia biblica per una vita cristiana sana e su come questo si lega alla chiesa locale.

Nella storia dell’esodo la redenzione apparteneva al gruppo. Nel nuovo testamento, però, la redenzione è individuale, vero?

Beh, dipende da come comprendiamo la relazione tra l’antico e il nuovo patto, e da cosa Cristo compie nel nuovo. Qualcuno potrebbe sostenere che l’esistenza di un capo del patto richieda un popolo del patto (Geremia 31:33; 1 Pietro 2:10)? Per di più, Paolo sembra sostenere che il muro che divideva gli ebrei dai gentili sia caduto e che ‘un nuovo uomo’ è stato creato nel preciso istante in cui i peccatori sono stati riconciliati con Dio (Efesini 2:11-22).

Se è vero che la salvezza nel nuovo testamento è diretta verso un popolo come nell’antico testamento, anche se ogni individuo sperimenta la salvezza in luoghi e momenti diversi e non come gruppo – come accadeva nell’esodo – allora potrebbe sembrare che la vita cristiana sia fondamentalmente qualcosa che coinvolge il gruppo. E la crescita coinvolge il gruppo, così come la vita nella fede. È come un padre che adotta un figlio, ma lo adotta in una famiglia, quindi essere suo figlio o figlia vuol dire avere fratelli e sorelle.

Questa realtà ha innumerevoli implicazioni per l’insegnamento della chiesa, la comunione e la cultura. Un obiettivo primario per l’esistenza di una chiesa locale – se questa assunzione teologica è corretta – è semplicemente l’essere chiesa. È essere una nova famiglia, un nuovo popolo, una nuova nazione, cultura e corpo. Una buona parte della crescita spirituale non riguarda cosa facciamo nei nostri momenti solitari, ma è come impariamo ad adottare la nostra nuova identità di membro di una nuova famiglia.

D’altra parte è facile immaginare una teologia biblica che enfatizzi l’individuo a spese del corpo (come a volte accade con le teologie conservatrici) o la struttura societaria a spese della responsabilità individuale (come succede con alcune teologie liberali).

In più, la comprensione della giusta teologia biblica da adottare aiuta a sapere che cosa ci si deve aspettare dai membri della chiesa: quanta rettitudine, quanta vittoria sul peccato, quanta guarigione spirituale per le vittime d’ingiustizie, quanta restaurazione di relazioni danneggiate. La forma della trama biblica – nel modo in cui viene compresa – formerà il tuo approccio al male e alla rettitudine quando la incontrerai nella tua vita e in quella degli altri.

In altre parole, una giusta teologia biblica porta a una visione della vita cristiana presente e futura. È facile sbagliare e dirigersi verso una visione troppo orientata al presente o al futuro.

In sintesi: una giusta teologia biblica offre una guida fedele alla vita cristiana, in particolare, come questa vita si espone alla chiesa locale, e protegge la chiesa contro le enfasi sbagliate, aspettative sbagliate e da un vangelo sbagliato.

Tradotto da Coram Deo in Italia. Visita il loro sito per accedere alle risorse disponibili.

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