Evangelizzazione

Evangelizzare i seguaci del vangelo della prosperità

Da Allen Duty

Allen Duty è predicatore nella New Life Baptist Church di College Station, Texas. Potete seguirlo su Twitter a @AllenDuty.
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01.15.2014

Una bella mattina d’inverno ero seduto nella mia caffetteria preferita leggendo le Scritture e i giornali quando un uomo che passava accanto al mio tavolo, notando che stavo leggendo la Bibbia, iniziò a parlarmi. Mi disse che era membro di una grande chiesa della nostra zona (una che predica il “vangelo” della prosperità) e che credeva che la Bibbia fosse principalmente un libro che tratta l’intenzione di Dio di benedirci.

Replicai che la Bibbia in realtà è un libro che spiega chi è Dio, chi siamo noi e ciò che Dio ha fatto per riconciliarci a Sé. Iniziai a condividere l’Evangelo e feci notare che ai cristiani era stato promesso di soffrire come conseguenza della scelta di seguire Gesù.

Mi rispose che finché avremo fede, Dio ci benedirà e ci proteggerà dalle sofferenze, gli citai vari versi in cui Dio promette che i credenti dovranno affrontare svariate prove ma anche persecuzioni e a quel punto lui alzò le mani sulla difensiva e disse: “Io questo non lo vivo nella mia vita”.

Io e mia moglie avevamo da poco subito un aborto e mi sentii spinto a condividere la mia storia con lui. Gli spiegai che quando ci troviamo di fronte a prove come queste, non possiamo dire semplicemente: “Non lo voglio per la mia vita” e farle andare via. Condivisi anche la buona notizia che Gesù ha vinto il mondo e che promette di non lasciarci e abbandonarci mai nelle nostre prove  e di consolarci nelle nostre sofferenze.

Credo che la mia apertura e il peso della mia prova lo abbia colto di sorpresa, perché subito mi espresse le sue condoglianze e si sottrasse alla conversazione. Ma tutta questa esperienza mi ha lasciato una domanda: come possiamo prepararci meglio ad evangelizzare quelli che credono nel “vangelo” della prosperità?

PERCHÈ È COSÌ DIFFICILE?

Condividere l’evangelo con persone che hanno acquisito il messaggio non biblico che Gesù è morto per darci salute, soldi e successo, è una sfida per molte ragioni ed in particolare per due.

  1. Il messaggio della prosperità piace alla carne

Il messaggio della prosperità prima di tutto piace alla carne. Il “vangelo” della prosperità capitalizza il desiderio naturale di salute e benessere e promette quello che desidera il nostro cuore peccaminoso. Non c’è appello al pentimento dal peccato; non c’è l’invito a rinnegare se stessi, prendere la croce e seguire Gesù: non c’è l’invito a morire (Marco 10:34-35).

Quindi quando condividiamo l’evangelo con qualcuno che ha acquisito il “vangelo” della prosperità, stiamo invitandolo a rinunciare ad un messaggio che piace alla carne in cambio di un messaggio che non gli piace.

  1. Usano le nostre stesse parole, ma con un significato diverso

I seguaci del “vangelo” della prosperità usano le nostre stesse parole ma con un significato diverso. Quando uso per esempio la parola fede, intendo un dono che Dio mi ha dato per credere che la Sua Parola è vera e che Suo Figlio è il Cristo (1 Co. 2:14; Giov. 6:44,65). Quando molti seguaci del “vangelo” della prosperità usano la parola fede, invece, intendono uno strumento che usiamo per mettere Dio al nostro servizio: la fede è semplicemente la moneta che usiamo per prenderci quello che vogliamo da Dio.

Ed ancora quando uso la parola evangelo, intendo la buona notizia della vita di Gesù, la sua morte e risurrezione (1 Co. 15:1-4; Gal. 2:10-14) mentre molti seguaci del “vangelo” della prosperità usano la parola evangelo intendono la “buona notizia” che Gesù desidera che siamo benestanti, in salute e prosperi.

CINQUE CONSIGLI PER EVANGELIZZARE I SEGUACI DEL VANGELO DELLA PROSPERITA’

Paolo chiarisce che tutti i cristiani, e in modo particolare i pastori, dovrebbero compiere l’opera di evangelizzazione e che dovremmo “insistere a tempo e fuor di tempo” (2 Ti. 4:1-5). Come possiamo allora evangelizzare quelli che credono nel “vangelo” della prosperità?

  1. Riconoscere umilmente che, se non fosse per la grazia di Dio, anche noi crederemmo in un falso evangelo

Dobbiamo riconoscere umilmente che senza la grazia di Dio anche noi crederemmo in un falso evangelo. Se è vero che il “vangelo” della prosperità piace alla carne e che siamo nati morti nel peccato (Ef. 2:1), allora la grazia di Dio è l’unico motivo per cui riconosciamo che si tratta di un falso evangelo. Questo ci dovrebbe spingere a parlare con umiltà a quelli che credono nella menzogna del “vangelo” della prosperità.

  1. Affermare ciò che è vero nel “vangelo” della prosperità

Permettetemi di essere chiaro: il “vangelo” della prosperità è un evangelo contraffatto. Ma una contraffazione è qualcosa che sembra così simile all’originale da essere credibile. Perciò affermiamo quanto c’è di vero nel vangelo della prosperità.

Il “vangelo” della prosperità è basato su una concezione del mondo teistica; asserisce correttamente che ci sono delle benedizioni per chi segue Gesù anche in questa vita (Marco 10:29-30). È basato sulla ferma convinzione che Dio ascolta e risponde alle preghiere (Giacomo 5:16) e afferma la verità che Dio ricompensa la fede (Matteo 9:29).

Il “vangelo” della prosperità non è completamento privo di verità e dire altrimenti non è né accurato né di aiuto all’evangelizzazione.

  1. Affrontare le menzogne e le pecche del “vangelo” della prosperità

Affrontiamo le menzogne e le pecche del “vangelo” della prosperità. Una bugia pericolosa del “vangelo” della prosperità è che la quantità della nostra fede determina quello che riceviamo da Dio. Tuttavia la Bibbia è chiara quando afferma che è l’oggetto della nostra fede, non la quantità, che conta. Se abbiamo grande fede negli idoli, questi non ci salveranno; se abbiamo anche una piccola quantità di fede in Gesù, Lui ci salverà (Giov. 14:1-14).

Una pecca fatale del “vangelo” della prosperità è che non fornisce alcun aiuto quando inevitabilmente arriva la sofferenza (Giov. 16:33). Se crediamo che la nostra fede in Dio ci esenterà dal soffrire, saremo spinti a credere che Dio ci ha mentito, che non esiste o che semplicemente non abbiamo avuto abbastanza fede : è questa è una menzogna.

  1. Proclamare la speranza del vangelo biblico

Proclama la speranza del vangelo biblico. L’evangelo ci dice che non meritiamo alcun bene da Dio. Meritiamo di essere puniti eternamente per il nostro peccato ma Dio, che è ricco in misericordia, ci giustifica attraverso la fede nella persona e nell’opera di Gesù.

Che riceviamo o meno molte benedizioni apparenti in questa vita, la buona notizia è che attraverso la fede in Cristo, i nostri peccati sono perdonati e noi siamo adottati nella famiglia di Dio. Sapere questo ci impedirà di idolatrare le cose buone o di scoraggiarci inutilmente quando non riceviamo cose buone in questa vita.

  1. Vivere una vita generosa che dimostra che la nostra gioia più grande è in Dio e non nelle benedizioni materiali che Dio ci dà

Vivi una vita generosa che dimostra che la nostra gioia più grande è in Dio, non nelle benedizioni materiali che Dio ci dà. Se controbattiamo con convinzione il “vangelo” della prosperità usando le Scritture ma poi viviamo con l’ingordigia di acquisire soldi e possedimenti, perdiamo tutto quello che abbiamo conquistato a parole.

Quando viviamo una vita generosa, donando da ciò che in abbondanza Dio ci ha dato, creiamo opportunità per condividere l’evangelo biblico. Paolo scrive: “Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi” (2 Co. 8:9).

Dare generosamente dimostra agli altri che Cristo è il nostro tesoro più grande e che riteniamo Lui e la Sua opera in noi molto al di sopra di ciò che Dio potrà mai donarci.

Traduzione a cura di Susanna Giovannini

Tradotto da Coram Deo in Italia. Visita il loro sito per accedere alle risorse disponibili.

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