Il Vangelo

Coniugare l’evangelizzazione con il contesto ecclesiastico

Da Jonathan Leeman

Jonathan Leeman iè il Direttore Editoriale 9Marks, e un anziano presso la Cheverly Baptist Church in Cheverly, Maryland. Potete trovarlo su Twitter con @JonathanDLeeman.
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09.09.2013

L’evangelizzazione si definisce come uno sport individuale o di squadra? Sicuramente è entrambe le cose.

Pensa alla pesca. Ci sono momenti in cui potresti ritrovarti ad andare avanti e indietro sul molo da solo, a dondolare i tuoi piedi al di là della riva e a gettare l’amo. Ma chiedi cosa comporta trascinare una tonnellata di sgombri che si dimenano a dei pescatori sopra un peschereccio oceanico. Hanno disperatamente bisogno gli uni degli altri.

Questo paragone della pesca non esaurisce quello che vorremmo dire sulla relazione tra evangelizzazione e chiesa locale ma è biblico, ed è un inizio. Gesù disse ai discepoli di seguirlo, che li avrebbe fatti diventare pescatori di uomini e poi li mandò a due a due per predicare a tutte le persone il ravvedimento (Marco 1:17; 6:7, 13). Come dei pescatori su un peschereccio abbiamo bisogno della chiesa per svolgere il lavoro di evangelista.

Nonostante ciò in tema di evangelizzazione e chiesa dobbiamo guardare le cose nel loro quadro generale. Pensa ai primi capitoli degli Atti dove gli apostoli proclamavano la resurrezione e alle loro spalle c’era la chiesa, che viveva insieme e metteva ogni cosa in comune: “lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo” (2:47; anche 5:13). In qualche modo la vita della chiesa nelle retrovie rispetto alla proclamazione del vangelo è servita come testimonianza per il vangelo stesso. Ha permesso che molti abitanti di Gerusalemme vedessero con favore i santi e a sua volta questo sembra che portò al nascere di altre conversioni.

Erano questi i primi tempi di Gerusalemme a cui Pietro si riferiva quando più tardi descriverà la chiesa come un popolo, un sacerdozio e una nazione “perché proclamiate le virtù di colui” che ci ha chiamati fuori dalle tenebre per vivere una vita così irreprensibile da far sì che i pagani vedano le nostre buone opere e “diano gloria a Dio” (I Pietro 2:9; 12)?

In entrambi i primi capitoli degli Atti e in I Pietro 2 si percepisce la chiesa come un alveare, una palla ronzante della dolcezza emanata dal miele, nello sciamare delle indaffarate api lavoratrici nel loro andirivieni. L’alveare è fondamentale per il lavoro individuale dell’ape, oltre che parte integrante del lavoro. Cosa potrebbe dirci tutto ciò sulla relazione tra evangelizzazione e chiesa?

Nessuna analogia riesce ad andare dritta al punto cogliendo ogni dettaglio. Cercheremo di riassumere la relazione tra la chiesa e l’evangelizzazione in termini biblici con quattro affermazioni sistematiche, per poi chiederci quali insegnamenti pratici ne conseguono per le chiese.

1. L’EVANGELIZZAZIONE CONDUCE VERSO DIO, NON ALLA CHIESA

Se volessi cercare di convincere qualcuno ad entrare a far parte del tuo circolo indicheresti tutti i vantaggi del tuo gruppo: quanto si divertono i vostri membri, i tornei annuali di tennis da tavolo e così via. Non è così che funziona con l’evangelizzazione e la chiesa.

L’evangelizzazione porta a Dio, non alla chiesa. Questa è la prima affermazione.

Paolo dice ai Corinzi che Cristo gli ha dato (e anche a loro) un “ministero di riconciliazione” e un “messaggio di riconciliazione”. Egli (e loro) erano “ambasciatori di Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro”. E questo messaggio di riconciliazione è semplice: “siate riconciliati con Dio” (II Cor. 5:18-21).

La buona notizia dell’evangelista non è: “sii riconciliato con le altre persone”, anche se la buona novella porterà ad una riconciliazione di questo tipo. Invece la buona notizia parla di come una persona può essere riconciliata con Dio. Tutto il resto deriva da questo.

2. LA CHIESA E’ UN RISULTATO DELL’EVANGELIZZAZIONE

Allo stesso modo la prima aspettativa di risultato dell’evangelizzazione è la riconciliazione con Dio. Ma c’è una seconda aspettativa di risultato: la riconciliazione con il popolo di Dio, la chiesa.

Se la tua dottrina di conversione manca dell’elemento di gruppo, allora stai perdendo di vista una parte fondamentale del tutto. Un responsabile del alleanza deve avere un popolo dell’alleanza. La nostra unità di corpo in Cristo non è soltanto una conseguenza della conversione, è parte integrante della cosa. Essere riconciliati con il popolo di Dio è diverso ma inseparabile rispetto all’essere riconciliati con Dio (si veda il mio articolo “La componente di gruppo della conversione”).

Tutto ciò viene esposto magistralmente in Efesini 2. I versi da 1 a 10 spiegano il perdono e la nostra riconciliazione verticale con Dio: “E’ per grazia che siete stati salvati”. I versi dall’11 al 22 presentano poi quella orizzontale: “Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia” (v. 14). Notiamo come l’azione del verso 14 sia al tempo passato. Cristo ha già fatto diventare uno gli Ebrei e i Gentili. Sono ciò che sono perché Dio lo ha fatto, e Dio lo fece specificamente nello stesso luogo in cui diede compimento alla riconciliazione verticale – alla croce di Cristo (si veda anche Efes. 4:1-6).

In poche parole noi veniamo salvati all’interno di un popolo.

I primi capitoli degli Atti mostrano come si traduca in pratica: “Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.” (Atti 2:41; si vedano anche 2:47; 4:4; 6:7). Le persone credono in Cristo e vengono aggiunte “al numero” della chiesa di Gerusalemme. Vengono contate. I loro nomi sono aggiunti. Se avessero avuto delle fotocamere sicuramente sarebbe stata scattata una foto per il loro archivio di chiesa!

La vita rigenerata dalla conversione prende forma a livello comunitario. I cristiani dovrebbero stare nelle chiese, che sono il luogo in cui gli evangelisti manderanno le persone.

3. L’EVANGELIZZAZIONE E’ IL LAVORO CHE DEVE SVOLGERE LA CHIESA

L’evangelizzazione è il lavoro della chiesa. Una volta che una persona si riconcilia con Dio e (quindi) con la gente di Dio, lui oppure lei ottengono un nuovo lavoro: condividere il vangelo con gli altri. Gesù disse: “Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini” (Marco 1:17; anche Matteo 28:19). In altre parole ogni cristiano e membro di chiesa è incaricato di portare il vangelo (si veda Timothy Beougher: “Ogni cristiano deve evangelizzare?”).

I primi capitoli degli Atti sottolineano la predicazione degli apostoli, ma quando scoppia la persecuzione a Gerusalemme e la chiesa viene dispersa: “Allora quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola.” (Atti 8:4).

Le chiese locali esistono per adorare Dio ed annunciare la buona notizia di Gesù Cristo. Questo è il motivo per cui gli insegnanti istruiscono e i membri imparano. Infatti Gesù istituisce nelle chiese i cosiddetti evangelisti, pastori ed insegnanti per prepararli nello svolgimento del ministero (Efes. 4:11f), un ministero che senza dubbio include l’evangelizzazione.

Lavoriamo insieme per trasportare i pesci.

4. LA CHIESA E’ UN ATTIVISTA NEL CAMPO DELL’EVANGELIZZAZIONE

La vita delle persone convertite, che si riuniscono in comunità, dovrebbe anche elogiare il vangelo che le ha salvate. “La dottrina del vangelo” ha scritto Ray Ortlund, “crea una cultura del vangelo”. E questa cultura, intessuta nelle nostre chiese, dovrebbe essere attraente per le persone che sono all’esterno, almeno per alcune (si veda II Cor. 2:15-16).

Questo ci riporta all’immagine della chiesa come un animato alveare ripieno di miele. La vediamo negli Atti e in I Pietro 2. La vediamo anche in Matteo 5 quando Gesù parla della chiesa come la luce e il sale (vv. 13-16). Ed è ampiamente raffigurato in Giovanni 13 dove Gesù dice: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (vv. 34-35).

Le nostre buone opere verso quelli che sono fuori e il nostro amore per i fratelli appartenenti alla nostra chiesa portano i vicini e i colleghi a Gesù!

Tutto questo per dire che la chiesa locale è un’attivista dell’evangelizzazione. La vita ecclesiastica si schiera a favore del vangelo. I credenti che vivono gli uni con gli altri testimoniano la potenza di Dio nella salvezza. Mentre ascoltiamo la parola di Dio settimana dopo settimana e mentre lo Spirito ci rende a poco a poco conformi all’immagine del Figlio stiamo esemplificando quello che il vangelo può fare come individui e come popolo.

Stiamo lentamente diventando la nuova creazione, facendo seguito a colui che è il primogenito della nuova creazione (Col. 1:15). E questa creazione serve da straordinario scenario o manifesto nella nostra evangelizzazione. Offre una cultura di contrasto alla cultura di questo mondo.

SUGGERIMENTI PRATICI

Quali possono essere alcune lezioni pratiche che possiamo ricavare da questi quattro principi strutturati? Spesso i pastori cercano di rafforzare il ministero evangelistico della chiesa esortando le persone ad annunciare il vangelo. Sicuramente questa è una buona parte. Ma è anche essenziale per far crescere la chiesa come una cultura di contrasto che funge da manifesto attrattivo per l’evangelizzazione.

1) L’evangelizzazione dovrebbe portare al battesimo e all’appartenenza a una comunità. Le chiese non dovrebbero evangelizzare e poi lasciare i neo convertiti per conto loro. Non dovrebbero nemmeno evangelizzare, battezzare e poi, forse, un giorno, spostarsi per portare qualcuno in chiesa. Eccetto per circostanze eccezionali (ad esempio l’eunuco etiope), le chiese dovrebbero fare ciò che fece la chiesa di Gerusalemme: battezzare le persone aggiungendole al loro numero (Atti 2:41). Il battesimo, dopo tutto, altro non è che il segno autentico e collettivo mediante il quale una chiesa definisce ufficialmente una persona come credente. Questa proclamazione dovrebbe poi essere protetta e nutrita dalla supervisione continua creata dall’appartenenza alla fratellanza e dalla cena del Signore. Non lasciamo i nuovi cuccioli fuori dal nido, anzi portiamoli dentro.

2) Insegnare ai membri ad integrare le proprie vite gli uni con gli altri. Per rafforzare la potenza nello zelo della chiesa i membri dovrebbero costantemente ricordare che siamo un corpo unico, attraverso l’insegnamento della parola e la celebrazione della Santa Cena (per es. I Cor. 10:16-17; I Cor. 12). Non dovrebbe passare nemmeno una domenica in cui non venga ricordato ai membri di costruire delle relazioni gli uni con gli altri perché possano essere incoraggiati, edificati, rafforzati, comunicarsi la verità, mettersi in guardia ed amarsi gli uni gli altri (ad es. Rom. 12:9-13; Efes. 4:11-32). Dovrebbero essere esortati a mostrare ospitalità (Rom. 12:13; I Pietro 4:9). Tutto questo suscita una testimonianza che attrae verso il vangelo.

3) Insegnare ai membri a sacrificarsi gli uni per gli altri. In modo più specifico i cristiani dovrebbero pensare a come potrebbero sacrificarsi gli per gli altri, finanziariamente e non solo (Atti 2:42-46; 2 Cor. 8-9; 1 Pietro 4:10). Specialmente in una nazione consumista l’esempio della generosità praticata tra credenti rappresenta una potente contro cultura. Ricorda che Gesù ha detto ai cristiani di amarsi gli uni gli altri come ci ha amato lui (Giovanni 13:34) – un amore sacrificale, se mai ne sia esistito uno.

4) Praticare la disciplina di chiesa. I cristiani ipocriti ed eretici che si trovano in mezzo a noi compromettono la testimonianza della chiesa. Quando i membri di chiesa di una comunità hanno la fama di essere bugiardi, calunniatori e adulteri l’opera di evangelizzazione della chiesa non conseguirà buoni risultati. Questo non significa che ogni chiesa debba mettere in disciplina tutti i suoi santi che stanno ancora lottando contro il peccato. Allora non ci sarebbe più una chiesa. Le chiese dovrebbero invece affrontare e disciplinare le situazioni in cui si persiste nel peccare senza un apparente ravvedimento. Questo serve, ironicamente, per evangelizzare i membri che non si stanno ravvedendo (si veda I Cor. 5:4) e in una prospettiva più ampia anche la città di appartenenza della chiesa (si veda I Cor. 5:1-2).

5) Preparare i membri per annunciare il vangelo. I responsabili di chiesa dovrebbero darsi da fare in tutti i modi prchè ogni membro di chiesa possa spiegare i fondamenti della fede. Tutto ciò può essere fatto dal pulpito, tramite le lezioni della scuola domenicale e tra gli altri le interviste ai membri di chiesa (si veda l’articolo di Kevin McKay: “Superare le obiezioni all’evangelizzazione”).

6) Incoraggiare i membri a condurre delle vite che benedicano quelli che stanno fuori. I membri di chiesa, per grazia di Dio, sono conosciuti come persone gentili, amichevoli e pronte ad offrire il proprio aiuto. Dovremmo essere veloci ad accorrere con un rastrello per aiutare il nostro vicino a togliere le foglie dal giardino, nell’offrire un aiuto al nostro collega, nel difendere una vittima da abusi, nello spendersi per la salvaguardia del posto di lavoro per i lavoratori che stanno passando dei momenti difficili, nel benedire in ogni modo. Le buone opere dovrebbero impreziosire le nostre parole evangelistiche.

7) Invitare le persone alle riunioni di chiesa formali e di svago. Si potrebbero raccontare migliaia di storie su come i non credenti hanno sentito il vangelo e osservato la chiesa in movimento, sia durante gli incontri formali che agli incontri di svago, per poi arrivare alla fede. Sono stati costretti dalla vita ecclesiastica vissuta insieme. Portava a qualcosa che non avevano mai conosciuto nelle loro famiglie, la scuola o il posto di lavoro. In altre parole invitare gli esterni nella vita della chiesa sicuramente fa parte della nostra evangelizzazione.

8) Dare l’esempio nell’evangelizzazione. Se degli anziani di chiesa sono conosciuti per la loro opera di evangelizzazione allora potrai aspettarti di trovare una chiesa evangelistica. Dove gli anziani non la fanno, non la vedrai.

9) Dare voce a storie di evangelizzazione e conversione. I responsabili di chiesa dovrebbero condire i loro sermoni e lezioni con storie di incontri evangelistici. I membri di chiesa dovrebbero inserire le opportunità evangelistiche tra le richieste di preghiera. Ai battezzandi dovrebbe essere data la possibilità di condividere la propria testimonianza di conversione. Tutte queste cose contribuiscono a rendere l’evangelizzazione una “normale” parte della vita cristiana e dell’esperienza di chiesa.

10) Vantati della tua chiesa. L’apostolo Paolo a volte si vantava delle sue chiese come vanto di Cristo (si vedano II Cor. 9:2; II Tess. 1:4; Fil. 2:16). In questo modo i cristiani dovrebbero cercare delle maniere per parlare delle proprie chiese ai propri amici non credenti in modo positivo e con grazia – non in modo fastidioso o con orgoglio. Quando un collega si informa su quello che fai nel fine settimana parla ad esempio di come la tua chiesa ha dato a tua moglie la possibilità di fare un meraviglioso bagnetto alla vostra bimba. Parla di quanto è stata di incoraggiamento la predica della domenica. Ricorda il lavoro che la tua comunità sta facendo nei rifugi quando si parla dell’argomento dei senza tetto. Fare questo, senza dubbio, richiede pratica.

CONCLUSIONE

Coniugare nel modo appropriato l’evangelizzazione e la chiesa all’interno della nostra comprensione e nelle nostre consuetudini richiede qualcosa di più dell’esortazione delle persone all’evangelizzazione. Richiede la partecipazione a questioni di sistema di governo e di gestione, di appartenenza alla chiesa e disciplina. Richiede l’edificazione di una chiesa sana che si sottomette alla predicazione della parola di Dio e conosce il compito che Dio ha dato da svolgere alla chiesa.

Richiede dei responsabili scelti da Dio che insegnano e danno il buon esempio. E necessita di membri che amano Gesù e in modo sempre più evidente non possono fare altro che cantare le lodi a colui che li ha trasportati dalla morte alla vita – fuori e dentro le pareti della chiesa.

Traduzione a cura di Elena Merlini

Tradotto da Coram Deo in Italia. Visita il loro sito per accedere alle risorse disponibili.

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