Teologia biblica

L’importanza della rivitalizzazione della chiesa

Da Bobby Jamieson

Bobby Jamieson è pastore associato della Capitol Hill Baptist Church a Washington, DC. Recentemente, ha pubblicato il suo ultimo libro, Understanding Baptism and Understanding the Lord's Supper.
Article
10.27.2011

In gran parte degli Stati Uniti (e alcune altre parti del mondo) le chiese evangeliche inquinano letteralmente l’ambiente.

Molte di queste chiese sono come spazzatura lasciata all’angolo della strada – inducono la gente a passare dall’altro lato della strada per evitarle. Le persone che appartengono ad esse affermano di credere nel vangelo e le loro storiche frasi di fede lo attestano.

Alcuni veri cristiani fanno parte di questo tipo di chiese, ma, alla fine dei conti, la vita della chiesa trasmette tutto meno che il messaggio del vangelo. Chiese come queste, al contrario, sfornano rifiuti tossici anziché il cibo nutriente di cui le persone hanno bisogno.

Purtroppo alcune chiese che si trovano in questa condizione potrebbero essere irrecuperabili. Ma il fatto triste è che molti evangelici sembrano essere felici di ignorare queste ultime e di conseguenza creano nuove chiese.

Fondare una nuova chiesa è importante e strategico, e sono contento di vedere sempre più persone dedicarsi a quest’opera.

Ma se tu dovessi vedere un giardino ricoperto di erbacce, ci pianteresti tranquillamente delle belle iridi in mezzo? Se non dovessi riuscire a sentire il telegiornale alla TV perché la radio è a tutto volume, alzeresti semplicemente di più il volume della televisione?

Io credo che la rivitalizzazione della chiesa – portare vita alle chiese che stanno morendo affrontando le cause del loro declino, per poi ricostruirle rimanendo fermi nella fede – sia una responsabilità biblica. Ciò significa che, quando vediamo chiese che producono una pessima testimonianza di Cristo, noi dovremmo, secondo le Scritture, avere il peso di fare qualcosa a riguardo. Lo scopo di questo articolo è dimostrare l’importanza di quanto appena detto.

La rivitalizzazione della chiesa: una priorità apostolica

Prendiamo in considerazione la Prima Lettera ai Corinzi. Paolo ha fondato la Chiesa di Corinto intorno al 50 d.C., ed ha scritto questa lettera pochi anni dopo per fare un resoconto di ciò che aveva sentito dire di loro e per rispondere ad alcune domande che essi gli avevano posto. Quali sono i problemi che hanno spinto Paolo a scrivere la lettera? Sicuramente i seguenti:

  • Divisione e fazioni: alcuni dicevano “seguo Paolo”, altri “seguo Apollo” (1:10-17);
  • Tolleranza di immoralità sessuali (5:1-13);
  • Processi tra i membri della chiesa (6:1-8);
  • Confusione riguardo il matrimonio e la sessualità (7:1-40);
  • Divisione riguardo i limiti della libertà del cristiano nella chiesa (8:1-13; 10:1-33);
  • Battaglie intorno all’adorazione (cap. 11-14);
  • Falsi insegnamenti riguardo alla resurrezione (cap. 15).

Se si socchiudono leggermente gli occhi e si adeguano gli aspetti culturali, la chiesa di Corinto nel 55 d.C. è la fotocopia spiccicata di molte chiese evangeliche di oggi. Molte chiese moderne sono invase da un eguale miscuglio di falsi insegnamenti, immoralità, divisione, lotte interne e forte mondanità. Molte chiese moderne hanno un eguale bisogno di un intervento pastorale allo scopo di salvare la loro vita e ristabilire la loro salute.

Quindi, quando Paolo si trovò a dover affrontare questo tipo di problemi, cosa fece? Lui non disse: “Queste persone sono senza speranza. Sono un insieme di falsi credenti e di persone orgogliose e testarde. Tu non dovresti avere persone come quelle in chiesa, in ogni caso” – e non ha nemmeno incaricato Timoteo di andare e fondare un’altra chiesa. Al contrario, egli è andato loro incontro. E’ andato a visitarli ancora ed ancora. Li ha rimproverati e li ha istruiti, trascorrendo tanto tempo con pazienza. Insomma, si è impegnato a riformare la chiesa di Dio che era a Corinto.

Sì, ci sono discontinuità tra la situazione di Paolo e la nostra. Per dirne una: questa chiesa era l’unica chiesa che si trovava a Corinto all’epoca. Tuttavia il punto rimane quello: invece di abbandonala lasciandola a marcire nel suo peccato, Paolo si è impegnato per riparare e restaurare la chiesa di Corinto. E lo stesso tipo di riparazione e restaurazione è ciò di cui innumerevoli chiese evangeliche hanno bisogno oggi.

Questo concerne quelle che sono le vaste priorità di Paolo in qualità di apostolo. A differenza di alcuni missionari contemporanei, Paolo non cercava semplicemente di fondare più chiese che poteva nel minor tempo possibile. Al contrario, ecco cosa fece Paolo durante il suo primo viaggio missionario: “Dopo diversi giorni Paolo disse a Barnaba «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno»” (Atti 15:36). E così Paolo “percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese” (Atti 15:41).

Paolo si preoccupava talmente tanto della salute delle chiese che aveva fondato che, nonostante ci fossero ancora enormi regioni mediterranee da evangelizzare e la sua ambizione di farlo personalmente (Romani 15:20), decise di tornare indietro ed attraversare una regione in cui aveva già lavorato per rafforzare le chiese. Io credo che se desideriamo seguire le orme di Paolo, come la Bibbia ci chiama a fare (1 Corinzi 4:17, 11:1; Filippesi 3:17), allora dovremmo avere il peso per la costante salute e forza delle congregazioni a cui è attribuito il titolo di “Cristiane” le quali dichiarano di testimoniare il vangelo.

Le chiese non sono indegradabili. Quando cominciano a decadere emanano un odoraccio che riesce a sopraffare l’aroma di Cristo. Quando una chiesa è divisa, essa afferma ovviamente che anche Cristo è diviso (1 Corinzi 1:13). Quando una chiesa tollera l’immoralità, essa proclama che Cristo non è affatto santo – e che in aggiunta coloro che sono sessualmente immorali, gli idolatri, gli alcolizzati o i truffatori erediteranno il regno di Dio (vedi 1 Corinzi 6:9-11).

Quindi noi, come Paolo, dovremmo assumerci la responsabilità di restaurare, rivitalizzare e riformare le chiese che sono giunte ad un determinato stadio di decadimento. E non abbiamo certo carenza di questo tipo di chiese tra le nostre mani (specialmente in America).

Gesù il riformatore della chiesa

Nelle lettere alle sette chiese di Apocalisse 2 e 3, Gesù stesso lavora per riformare le congregazioni locali. Egli parla a queste chiese in modo da riparare ciò che è rotto, per guarire ciò che è malato, per smentire ciò che è falso e per dare nuova vita a ciò che sta morendo.

Ecco un esempio: Gesù riprende gli Efesini i quali sono dottrinalmente sani ma che hanno perso il loro amore (Apocalisse 2:2-7).

Elogia la chiesa di Pergamo per aver mantenuto saldo il Suo nome, pur rimproverandoli di aver tenuto falsi insegnamenti e richiamandoli al pentimento (Apocalisse 2:13-17).

La chiesa di Tiatiri aveva alcune persone che promulgavano false dottrine e Gesù promette che li giudicherà (Apocalisse 2:20-23), ma elogia il resto della chiesa e li incoraggia a perseverare (Apocalisse 2:19,24-28).

E Alla chiesa di Sardi Gesù dice:

Tu hai fama di vivere, ma sei morto. Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque di quello che hai ricevuto e ascoltato…Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni (Apocalisse 3:2-4).

Se hai bisogno un verso che provi l’importanza della rivitalizzazione della chiesa è Apocalisse 3:2: “Rafforza il resto che sta per morire”.

È vero, questo verso è stato scritto alla chiesa stessa, ma non dovrebbero le altre chiese e gli aspiranti pastori esemplificare la compassione di Cristo nei confronti delle chiese come quella di Sardi? Non dovremmo avere lo stesso riguardo per i pochi fedeli presenti in chiese di questo tipo i quali hanno sofferto per causa di falsi insegnanti?

Gesù ha riformato e rivitalizzato le chiese – sette delle quali le troviamo in questi due capitoli. Quindi dovremmo farlo anche noi!

Il popolo di Dio porta il nome di Dio

Un’altra motivazione che le Scritture ci danno per riformare e rivitalizzare le chiese è che il popolo di Dio porta il nome di Dio. I cristiani sono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28:19). Essi sono il tempio eterno, l’incarnazione del posto dove Dio farà dimorare il suo nome (1 Re 8:17-19). La chiesa è l’insieme di tutte le persone che portano il nome di Dio, che Egli ha creato per la sua gloria, che ha formato e che ha guidato (Isaia 43:7).

Inoltre Dio è geloso della sua gloria (Isaia 48:9-11) – e anche noi dovremmo esserlo.

Tuttavia, come ho detto, quando le chiese languiscono nel peccato, nella divisione e nel nominalismo, il nome di Dio diventa zimbello della comunità. Questo tipo di chiese diffamano il nome di Dio, invece di innalzarlo e magnificarlo.

Una chiesa decadente e immersa nel peccato è come un faro la cui lampada è rotta – e come uno specchio, invece di riflettere la luce della gloria di Dio anche a chilometri di distanza per attirare coloro che sono peccatori nel cielo sicuro della grazia di Dio, essa lascia la notte scura esattamente com’era prima o addirittura ancora più scura. È come una radio che trasmette una trasmissione non voluta – indipendentemente da ciò che affermano di credere – una chiesa così diffonde falsità su Dio piuttosto che la verità.

Quindi il peso per il nome di Dio, che Egli ha posto sul Suo popolo – e, in un certo qual modo, sugli incontri collettivi di quest’ultimo (Matteo 18:20) – dovrebbe spronarci a riformare e rivitalizzare chiese.

Come ha detto Mark Denver: “La rivitalizzazione di una chiesa è un regno due per uno. Si abbatte una cattiva testimonianza per crearne una positiva al suo posto.

E allora?

Se tutto questo è biblico e veritiero, cosa dovremmo fare a riguardo? Io direi semplicemente che, nel momento in cui pensiamo a come diffondere il vangelo e testimoniare il regno di Dio, la rivitalizzazione della chiesa dovrebbe essere la nostra opzione principale. Dovrebbe essere qualcosa a cui le nostre chiese pensano, qualcosa per cui ideano strategie e per cui pregano. Le chiese che vogliono diffondere e promuovere il vangelo dovrebbero preoccuparsi, come facevano Gesù e Paolo, di rafforzare e restaurare la testimonianza delle chiese che stanno arrancando.

Quindi, comincia a pensare a cosa potrebbe fare la tua chiesa locare per assistere le chiese che sono in difficoltà. Conoscile. Scopri i suoi bisogni. Costruisci una relazione con loro. Si disponibile ad aiutarli in tutti i modi che puoi, incluso, se ne hai l’occasione, mandando un pastore e delle persone ad aiutare col lavoro di riformazione.

Se hai intenzione di fondare delle chiese, considera la rivitalizzazione come un’opzione alternativa alla fondazione. Se restauri una chiesa, potresti avere l’opportunità di glorificare Dio e servire il suo popolo, non solo creando una nuova chiesa (che è essenzialmente ciò che si fa quando se ne ripristina una), ma anche ripulendo la spazzatura che i tuoi fratelli e sorelle hanno sparso in giro per la città. Proprio come se avessi ripulito il tuo quartiere fisicamente, rimarresti sorpreso da quanto i tuoi vicini apprezzerebbero una chiesa rinnovata spiritualmente. E chissà quante chiese potrebbero nascere o essere rivitalizzate dalla tua congregazione rinnovata!

La rivitalizzazione della chiesa dovrebbe essere una nostra preoccupazione perché è una preoccupazione di Dio, come possiamo vedere nel ministero personale del Signore Gesù Cristo e dell’apostolo Paolo. Il popolo di Dio porta il peso del nome di Dio, quindi anche noi dovremmo batterci per rafforzare ciò che rimane e che sta per morire.

Tradotto da Coram Deo in Italia. Visita il loro sito per accedere alle risorse disponibili.